Denise: “Viaggiare per mettersi in gioco e scoprire se stessi”

Rientrata da poco da una lunga esperienza a Londra, laureata in Lingue e Letterature Straniere, Denise, Care leaver, è cresciuta a Trento e da tanti anni collabora con Agevolando. Così le abbiamo chiesto di raccontarci la sua avventura all’estero e dare qualche consiglio a ragazzi/e come lei con la sua stessa passione per i viaggi e la scoperta di culture diverse.

Ti va di presentarti brevemente?

Sono Denise, ho 27 anni e vivo in Trentino. Sono laureata in Lingue e Letterature Straniere e, oltre alla grande passione per le lingue e le culture diverse dalla mia, amo viaggiare, l’arte e la montagna.
Mi piace pensare di essere parte di due, grandi famiglie: la mia famiglia di origine e quella affidataria. L’esperienza fuori famiglia è stata per me un’opportunità unica per imparare a conoscere meglio me stessa e ad avere più fiducia nelle mie capacità e mi ha permesso inoltre di far germogliare rapporti indissolubili. Mi sento molto fortunata, ad essere circondata da una rete così fitta di persone su cui posso contare!

Come mai hai deciso di vivere un’esperienza all’estero?

Il mio slancio verso l’estero è nato quando mi venne proposto di partecipare a un programma di scambio durante le superiori. Ho vissuto quindi per tutto il quarto anno nel Maine, negli Stati Uniti, e questa è stata senza dubbio una delle esperienze che più mi hanno segnata.
Viaggiare per me significa prima di tutto mettermi in gioco: penso che per la Denise sedicenne, timida e introversa, sia stato un grande atto di coraggio decidere di andare, da sola, dall’altra parte dell’oceano per così tanto tempo. Ma è stato proprio quel tuffo verso l’ignoto che mi ha permesso di conoscere meglio chi sono e raggiungere una consapevolezza maggiore delle mie capacità, senza aver paura del giudizio degli altri. L’altro fattore che per me è fondamentale nel viaggio è la bellezza dell’incontro con altre culture. Il confronto con punti di vista diversi permette di ridimensionare i propri valori, ma soprattutto di capire meglio gli altri.
Il viaggio negli States è stata un po’ la miccia che ha scatenato la mia voglia di scoprire, e da allora sono sempre stata alla ricerca di nuove avventure e nuovi orizzonti. Durante l’università ho deciso infatti di partire per un anno di Erasmus a Budapest e una volta laureata mi sono trasferita a Londra per due anni e mezzo. Insomma, il viaggio è diventato a tutti gli effetti parte di me ed è anche grazie a tutte queste esperienze che sono la persona che sono oggi.

Cosa credi di avere imparato grazie alla tua esperienza nel Regno Unito?

L’esperienza a Londra mi ha permesso di trovare la mia indipendenza e di lanciarmi nel mondo del lavoro. Ho avuto l’opportunità di imparare nuovi mestieri e ho proseguito i miei studi nel campo della traduzione.
Questo viaggio è stato diverso dagli altri anche perché per la prima volta non mi sono lanciata da sola, ma con Lorenzo, il mio ragazzo. La decisione di partire per Londra è stata frutto di un compromesso tra la mia voglia di vivere un’altra esperienza all’estero dopo la laurea e la sua di migliorare l’inglese.
Il lavoro da cui ho imparato di più è stato senza dubbio quello in un negozio di abbigliamento sportivo. L’ambiente era stupendo, ero circondata da ragazzi più o meno della mia età tutti appassionati di montagna. Due o tre volte all’anno i “grandi capi” canadesi ci facevano visita per spiegarci le novità delle nuove collezioni o semplicemente per conoscerci e passare un po’ di tempo con noi. Il gruppo era molto affiatato e spesso facevamo attività insieme fuori dagli orari lavorativi, dalle cene alle serate karaoke, dalle arrampicate in palestra alle uscite in kayak.
Sembra paradossale, ma lavorare in un negozio di abbigliamento sportivo ha risvegliato in me la passione per la montagna e per lo sport che negli anni si erano assopiti.
La difficoltà più grossa del vivere a Londra per me è stata…Londra. È una città estremamente multiculturale, piena di opportunità e ricca di musei, eventi, posti da scoprire. Queste senza dubbio sono le cose che più mi mancano, così come i miei amici. Allo stesso tempo però è una metropoli grande e chiassosa, le strade sono sempre ricoperte da mucchi di persone senza mai avere una tregua, gli spostamenti sono piuttosto difficili perché essendo così estesa, raggiungere un posto o un altro richiede sempre di tenere in considerazione un’oretta di viaggio e altrettanto al ritorno… Insomma, per come sono fatta non sarei riuscita a stabilirmi in un ambiente del genere.  Ad ogni modo non mi pento della mia decisione e sono felice di aver scoperto la città della regina Elisabetta!

Consiglieresti ad altri ragazzi/e care leaver una esperienza come la tua?

Assolutamente sì. Aprirsi al mondo permette di aprirsi anche a se stessi in modo unico. Non è un’esperienza che si deve fare per forza, però se c’è il desiderio di mettersi in gioco e scoprire qualcosa di nuovo vale assolutamente la pena provare.

Quali progetti e sogni hai per il tuo futuro?

Al momento sto completando un master in traduzione, il mio obiettivo è di specializzarmi nella traduzione sportiva/outdoor. Spero di lanciare presto il mio sito e di mettermi a lavorare in proprio. È un sogno ambizioso, ma racchiude le mie passioni più grandi e spero tanto vada a buon termine!
Per quanto riguarda i viaggi, Londra mi ha anche fatto capire che al momento il mio posto è il Trentino. Dopo anni passati a credere che avrei vissuto per tutta la vita scorrazzando per il mondo, ho sentito il bisogno di fermarmi. L’aver vissuto in tanti altri posti mi fa apprezzare ancora di più casa. Penso che se non mi fossi allontanata non riuscirei a godermi questo piccolo angolo di mondo allo stesso modo.

A cura di Silvia Sanchini

Foto: Lorenzo Carmellini Photography

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