La lettera di T.: “Non sapevo di essere una care leaver, grazie per quello che fate”

Qualche mese fa abbiamo ricevuto questa lettera da una giovanissima Care leaver della provincia di Benevento. Ci è sembrata così bella che, con il suo permesso, abbiamo scelto di condividerla con voi. Ci sembra il migliore auspicio per cominciare insieme il nuovo anno associativo con una speranza: che sempre più ragazzi e ragazze possano conoscere Agevolando e ricevere l’aiuto necessario per migliorare e progettare il proprio futuro.

Caro Agevolando,
Ho ricevuto la vostra lettera. È davvero molto molto bello ciò che fate per i Care Leavers. Quando mi sono iscritta alla vostra newsletter affascinata da ciò che fate, non avevo ancora ben compreso chi si intendesse con questo termine. Tanto da essermi iscritta come “altro” o “studente”. Adesso che ho capito, ci tenevo a dirvi che lo sono anche io. Ho compiuto 18 anni lo scorso maggio, vivo in una comunità. Sono al quinto anno di liceo, una volta finito si presuppone io ritorni a casa. Volevo dire a tutti i ragazzi a cui date il vostro aiuto, che anche se non posso economicamente, avete il mio più totale appoggio, sono sempre con voi. So come ci si sente a non avere alcuna certezza di quanto verrà dopo, so com’è avere paura di finire come in quei tragici film in cui il protagonista, senza grandi possibilità, finisce col diventare un tossico per strada o un poco di buono. Lo so perché ho sempre paura di non diventare ciò che vorrei essere. So anche come vi sentite a Natale: quando vi guardate attorno e vedete tutti i vostri coetanei felici perché non vanno a scuola, mangiano, ricevono regali costosi e stanno con le loro famiglie. E so che in molti di noi, probabilmente non hanno una famiglia, o forse l’hanno ma non possono o non riescono a definirla tale. Io lo so. Qui abbiamo F. che ha 20 anni e sta al terzo anno di alberghiero, ha perso entrambi i genitori, le resta solo un fratello che però non si cura di lei avendo una moglie e un figlioletto. Che soffrono come lei ne abbiamo tante altre. È allucinante. Leopardi aveva compreso tutto: vedeva la natura malvagia, maligna, un essere che ci metteva al mondo tanto per assicurarsi la conservazione dell’esistenza senza mai curarsi delle nostre sorti, dei nostri destini. Come me, forse anche lui sapeva come ci si sente. Volevo dirvi infine che è un peccato abbiate tante sedi al nord e così poche al sud. Nella storia si è sempre parlato di questione meridionale, e ciò sottolinea la presenza di questa ancora oggi. La mappa riportata sul sito, presenta la rete centrale delle vostre sedi tra Rimini, Ravenna, Ferrara, Modena, Bologna. Tutte vicine. Poi sposti la sguardo verso il centro, verso il sud. Tutto blu. Potrei pensare mancano i fondi, e forse non mi riguarda neanche, voglio solo che sappiate che abbiamo bisogno di voi qui. Cordiali saluti, vi stringo tutti in un forte abbraccio. Vostra T.

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