Massimo e Mamadou: “Vivere insieme ci aiuta a crescere”

Massimo ha 26 anni ed è nato e cresciuto a Trento. È al secondo anno di un dottorato di ricerca in Ingegneria.

Mamadou viene dal Gambia e a scuola non c’è mai andato. Coltivava le arachidi nel suo paese, che gli manca moltissimo. Nel 2014 è arrivato in Italia, prima a Catania e poi proprio a Trento.

Cosa hanno in comune Massimo e Mamadou? Apparentemente nulla.

Eppure, da due anni vivono insieme, perché la vita spesso regala opportunità inaspettate.

“Casa Olmi” è un appartamento co-gestito da Comunità Murialdo Trentino Alto-Adige e Agevolando nell’ambito del progetto “Mi casa mi vida”. Quattro posti a disposizione di altrettanti ragazzi, che dal 2016 hanno avuto l’opportunità di convivere nella logica del co-housing. Da alcune settimane un secondo appartamento è stato inaugurato in via Isarco a Trento, sempre grazie alla collaborazione tra i due enti.

Mamadou vive a Casa Olmi dall’agosto del 2016 e racconta: “Ho vissuto prima con Erica, Floriana e Fabio. Poi sono arrivati Massimo, Moussa e Gul Agha. All’inizio la cosa più difficile per me era capire le cose che mi dicevano in italiano. Mi ricordo che con Floriana spesso non ci capivamo! Ma lei mi ha insegnato molto, e abitare con altri ragazzi mi ha fatto imparare meglio la lingua e capire come vivere con persone diverse da me”.

Massimo non è cresciuto in una comunità di accoglienza, ma ha frequentato per alcuni anni un centro diurno. Il progetto prevede che non solo ragazzi cresciuti “fuori-famiglia” possano accedere all’appartamento, ma anche studenti o lavoratori che abbiano voglia di mettersi in gioco: “Questa casa nasce innanzitutto per offrire un’opportunità a ragazzi con particolari bisogni, ma anche ad altri giovani che vogliano sperimentare un percorso di autonomia. Per questo è molto diversa da un gruppo appartamento di transizione o da una comunità. È una proposta molto interessante perché unisce persone diverse tra loro”.

Continua: “Io sono arrivato a Casa Olmi dopo aver ricevuto una proposta da Fabrizio (ndr, Fabrizio Pedron referente di Agevolando Trentino e educatore di condivisione di Comunità Murialdo). Altrimenti vivrei ancora a casa con i miei genitori probabilmente. Mi sono buttato, per mettermi alla prova. Inoltre, avrei dovuto iniziare il dottorato a Trento…era un’opportunità che arrivava nel momento giusto”.

Molto diversa la situazione di Mamadou, che non ha dubbi: “Se non fossi entrato in questa casa avrei dovuto vivere in un dormitorio. Sono sicuro non avrei mai potuto trovare un lavoro e cambiare vita. Una volta entrato qui si sono aperte molte altre porte. L’assistente sociale mi ha aiutato con i documenti, ho trovato un lavoro. Ho conosciuto Diletta e tutti i volontari di Agevolando. È cambiata la mia vita e anche quella dei miei genitori in Africa perché ora posso aiutarli e loro sono felici perché sanno che sto bene”.

Come funziona la vita all’interno dell’appartamento? Innanzitutto, si stabilisce la durata della propria permanenza e come compartecipare alle spese. Ci si organizza per i pasti e le pulizie.

Una volta al mese nell’appartamento si organizza una cena a cui partecipa il comitato di gestione composto da referenti di entrambi gli enti e volontari: Fabrizio, Diletta, Mosè, Monica e Bruno che è anche un bravissimo tuttofare e aiuta i ragazzi nella manutenzione della casa. Ogni ragazzo ha un volontario di riferimento e Massimo ha il ruolo di “referente”, comunicando eventuali problemi o necessità.

“Ma non è più un rapporto da educatore a ragazzo” – ci tiene a precisare – “qui siamo tutti allo stesso livello e il legame con i volontari è innanzitutto umano e d’affetto”.

“Sono sicuramente fortunato – prosegue Massimo – perché andiamo molto d’accordo tra noi ragazzi. Ma vivere con altre persone mi ha aiutato a essere meno rigido e più flessibile. Con persone molto diverse da te sei costretto a trovare ogni giorno dei compromessi! Io potevo scegliere di chiudermi in camera e fare la mia vita, ma avrei perso un’occasione. Mettersi in gioco e imparare a vivere con altri ti arricchisce e ti aiuta ad acquisire competenze che possono tornare utili anche nel mondo del lavoro, o in altri ambiti”.

E, a proposito, le storie di “Casa Olmi” sono ormai una rubrica imperdibile sul profilo Facebook di Massimo che racconta con ironia le loro giornate. Da Mamadou che è capace di mangiare due pizze alla volta, a Fabio “Maiunagioia” e il suo uso smodato del ketchup. O il “benevolo” Moussa che riconcilia tutti con il suo sorriso.

L’ironia è sicuramente la carta vincente di questa strana coppia: “Tu hai dovuto imparare come vivere con degli africani!”, gli dice Mamadou. “E io ho imparato a vivere con gli italiani. All’inizio è difficile, ma poi diventa bellissimo”.

Massimo ha le idee chiare: il tempo trascorso in questa casa dev’essere speso per crescere e diventare davvero autonomi. A questo proposito tra le novità di quest’anno la proposta di alcune attività laboratoriali per aiutare gli inquilini ad acquisire sempre maggiori autonomie: imparare a pagare una bolletta, a gestire il denaro, ad avere una dieta equilibrata…

Oltre agli aspetti pratici, questa esperienza ha però un altro valore aggiunto: “C’è ancora una visione distorta dei ragazzi cresciuti in comunità, considerati come problematici. Per non parlare dei ragazzi stranieri, che sono visti con sospetto da tanti. Qualunque ragazzo può imparare da questa esperienza: a diventare autonomo in maniera soft, allacciando rapporti, conoscendo persone e realtà diverse”.

E conclude: “L’ondata di razzismo a cui assistiamo oggi è mossa soprattutto dall’ignoranza. Penso che se le persone ascoltassero le storie di Mamadou o Moussa cambierebbero idea. Sono le storie di vita che ti aiutano a capire. Io in questi anni ho imparato tante cose”.

Silvia Sanchini

Per saperne di più:

“Casa Olmi” a Trento è uno dei due appartamenti gestiti da Comunità Murialdo e Associazione Agevolando. Per avere maggiori informazioni potete scrivere info@murialdo.taa.it o consultare la pagina http://murialdo.taa.it/portfolio-items/mi-casa-mi-vida/

Agevolando gestisce attualmente 12 appartamenti in tre città (oltre a Trento anche Ravenna e Bologna), ma è alla ricerca di soluzioni abitative anche in altri territori. A Rimini è stata da poco lanciata una campagna per offrire ad altri ragazzi la stessa opportunità >> https://www.agevolando.org/notizie/agevolando-rimini-cerca-una-casa-dolce-casa

 

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