#IoRestoInComunita: comunità e case-famiglia si raccontano

Come vivono comunità e case-famiglia questo momento? Ci arrivano racconti, suggestioni, segnalazioni da molte parti d’Italia e siamo felici di condividere qualche racconto.

Sicuramente questo tempo anche per chi lavora nel settore dell’accoglienza è carico di preoccupazioni e difficoltà: la paura del contagio, la necessità di dotarsi di nuovo procedure per sanificare gli ambienti, la riduzione o totale assenza di volontari e personale di supporto. Ma anche la fatica a riorganizzare le giornate in ambienti in cui convivono tanti bambini e ragazzi.

D’altra parte, proprio questa situazione di emergenza ha portato anche a risultati inaspettati: una maggiore collaborazione tra ragazzi e educatori, che si sentono in questo momento ancora più vicini e uniti. “I nostri ragazzi ce la stanno mettendo tutta e siamo orgogliosi di loro”, ci scrive ad esempio la comunità Il Cerchio magico di Venosa (Potenza).

Ma come trascorrono le loro giornate i bambini e i ragazzi accolti da comunità e case-famiglia? Abbiamo ricevuto già oltre 30 contributi fotografici e racconti per la rubrica #IoRestoInComunita, la bella idea lanciata da Giorgia Olezzi e dalla cooperativa Open group di Bologna.

C’è chi trascorre le giornate in cucina, proponendo anche contest culinari in stile “Masterchef”. Chi ha la fortuna di avere un cortile o un giardino può approfittare delle belle giornate per un pranzo all’aperto o per fare un po’di movimento e sconfiggere la pigrizia e l’apatia. A Milano le ragazze della comunità Fatado scrivono lettere, che spediranno al termine della Quarantena. Quasi tutti si organizzano con attività creative e laboratoriali per mandare messaggi di speranza: le “Coccinelle” di Genova hanno creato un gigantesco cuore luminoso, molti hanno dipinto arcobaleni e striscioni con lo slogan #AndraTuttoBene, c’è chi lancia anche un messaggio all’esterno come i ragazzi del Rifugio che scrivono: “Il rifugio #staacasa” o come la Casa dei giovani di Saronno: “Noi restiamo in comunità. Voi che potete #restateacasa”. Agenzia Dire e Cncm realizzeranno video con gli smartphone per far raccontare ai ragazzi quello che provano in questo momento. Sicuramente un grande aiuto arriva dai giochi in scatola, riscoperti in questa fase: scacchi, dama, Monopoli, Taboo. A Ravenna Lucia Casadio ci racconta che “Dixit” ha conquistato tutti i ragazzi della sua comunità (anche noi lo consigliamo vivamente). I piccoli di “Batuffoli” hanno nostalgia di baci e abbracci, e noi li stringiamo virtualmente. A Nuoro i ragazzi della Casa minori “Il mandorlo” hanno rispolverato il biliardino ma hanno ricevuto molti aiuti e solidarietà dagli amici: c’è chi ha dato in prestito una playstation o altri giochi per permettere loro di trascorrere il tempo distraendosi. In molte zone d’Italia le comunità hanno ricevuto in dono anche la spesa alimentare, vestiti o altri aiuti. Una bellissima iniziativa anche quella del Villaggio Sos di Saronno, che ha realizzato a un fumetto per spiegare il Coronavirus e offrire indicazioni e spunti utili per proteggersi. Un educatore della casa-famiglia del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma ha raccontato la loro giornata-tipo: “Finirà anche la notte buia e sorgerà il sole”. Uno dei tanti emozionanti racconti sul campo che con grande lungimiranza la rivista “Animazione Sociale” raccoglie nella rubrica #RaccontaIlTuoServizio.

E i ragazzi e le ragazze cosa ci dicono? Scrivono L. e S. de Il Mandorlo: “Giorni noiosi, altri divertenti condivisi con educatori e ragazzi facendoci coraggio tutti insieme”. Aggiunge F.: “Ora che ci mancano apprezziamo le piccole cose: il tragitto casa-scuola, con la prima sigaretta della mattina e il peso dello zaino sulle spalle, la telefonata dagli amici per uscire la sera, le mani intrecciate con qualcuno di speciale, gli sguardi, i sorrisi, i baci”. A., che vive a Rimini a Casa Borgatti ha scritto: “sono tranquillo, perché in comunità mi sento protetto”. E anche Genny di Marigliano partecipando al flashmob poetico #RingraziareVoglio ha voluto dire grazie ai suoi educatori “che fanno di tutto per evitare che prendiamo il virus”. Lo stesso grazie che Monica Procentese, coop. Irene ’95, ha voluto rivolgere, e al quale anche noi ci uniamo, a tutti coloro che continuano a lavorare nonostante il Covid.

E le vostre comunità o case-famiglia come trascorrono queste giornate? Che cosa pensate e provate voi ragazzi? Noi di Agevolando ci siamo e vi abbracciamo tutti, in attesa dei vostri racconti.

Continuiamo sempre ad esservi accanto.

Silvia Sanchini, responsabile comunicazione Agevolando

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Grazie alle associazioni, cooperative e enti che fino ad oggi hanno partecipato alla narrazione collettiva #IoRestoInComunita:

Casa Murri, La Rupe, La Quercia, Casone della Barca – Open Group coop. sociale (Bologna)
Comunità Fatado, Associazione Fata onlus (Milano)
Casa dei giovani (Saronno)
Villaggio dei bambini Sos (Saronno)
Comunità il Cerchio magico (Venosa)
Comunità alloggio Casa Saimir (Portici)
Rifugio del Gesù Bambini (Sassari)
Casa Borgatti e Casa Clementini, Fondazione San Giuseppe per l’aiuto materno e infantile (Rimini)
Casa Borgatti, Casa Clementini e Amarkord, Il Millepiedi coop. sociale (Rimini)
Comunità cambia-menti (Robbiate)
Comunità “Le coccinelle” (Genova)
Comunità di pronta accoglienza di San Giovanni Galermo, Coop. Prospettiva (Catania)
I Batuffoli, Dolce Aurora e Fiori di campo, Coop. Rugiada (Castellamare di Stabia)
Coop. Caos (Casandrino)
Amarkord, Associazione Sergio Zavatta (Rimini)
Ctrp I Cristalli (Verona)
Casa famiglia Baloo
Comunità Aniel (Padova)
Casa minori Il Mandorlo (Nuoro)
Casa famiglia Borgo ragazzi don Bosco (Roma)
Casa Momo e Casa Irene, Coop. Irene 95 (Marigliano)
Associazione Welcome (Padova)
Caf onlus (Milano)
Casa famiglia associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (Rimini)
Lago di pane (Parma)
Cooperativa Csapsa 2 (Bologna)
Terraferma (Cervia)
Associazione Murialdo (Viterbo)

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